Rebirthing Psicologia Prenatale Leonard Orr Fondatore del rebirthing Corso di rebirthing in acqua Gruppo di persone scuola di rebirthing GEuropean Rebirthing School: alcuni partecipanti

La storia delle tecniche di respirazione

Esiste uno stretto rapporto tra la respirazione profonda e intensa e il raggiungimento di stati di qualità non ordinari di coscienza. Questo era già noto nell’antichità.

I termini Respiro, Anima o Spirito erano sinonimi.
In latino “spiritus”, in greco “pneuma”, e sempre in greco “psyche” che significa al tempo stesso soffio vitale e psiche, in ebraico “rouah”, in sanscrito “atman”, in cinese “chi” o “ki”
“Mahatma” significa sia grande respiro che grande anima.

"Nell'antico testamento la parola ebraica "RUAH", che ricorre 378 volte ed è maschile circa 30 volte, ha due significati fondamentali fra loro affini:
quello di "vento" e quello di "respiro", o piccolo vento che la respirazione produce; da questi ne derivano gli altri due, quelli di ruah come "forza" e come "vita".

Lo studio etimologico delle parole consente di risalire a radici onomatopeiche o analogiche molto simili ai suoni del linguaggio primitivo.

In italiano soffiare, in francese souffler, dal latino sufflare (sub + flare) che riporta alla radice indoeuropea bhla, la quale significa suona e spirare, la stessa a cui si giunge partendo dall’inglese to blow e dai verbi tedeschi blasen e blahen.
Anche l’analisi delle metafore, dei “modi di dire”, delle locuzioni figurate presenti nel linguaggio moderno aiuta a ritrovare radici comuni.

L’universalità storico-geografica di alcune espressioni ne rappresenta la prova:tirare il fiato corrisponde al latino animam recipers, al francese pouvoir respirer o reprendre haleine, all’inglese to take breath e al tedesco wieder zu Atem kommen.
In diverse lingue ci sono parole che, attraverso l’attinenza respiratoria, esprimono respirare come sinonimo di vita, mentre la cessazione di questa attività ha il significato di morire.
Esalare l’ultimo respiro corrisponde al latino animam efflare, al francese exhaler son dernier souffle, all’inglese to breath one’ last e al tedesco den letzten Hauch tun.

Il respiro nell’immaginario individuale, nelle tradizioni , negli archetipi, esprime la creazione, la nascita, la vita. Nei miti e nell’inconscio collettivo del genere umano è il soffio vitale che da origine alla creazione.
Il respiro è il primo tramite tra il creatore e il creato.

Dall’inizio della civiltà il respiro è considerato da tutte le culture l’espressione della vitalità creatrice.
La comparsa del fenomenico, cioè del mondo materiale, è rappresentata da un elemento aeriforme sottostante quale lo spirito o il soffio.
Quando identifichi il tuo respiro con la tua vita fai ciò che tutti i popoli della terra hanno già fatto con miti, leggende, tradizioni, concezioni filosofiche e mistiche.

La correlazione respiro-vita era nota anche ai popoli primitivi, che non avevano conoscenze scientifiche, ma possedevano capacità logiche e saggezza.
Nella Grecia del V secolo a.C., nei Frammenti Orfici, si narra del “Soffio creatore che feconda la notte facendole deporre un uovo d’argento contenente il mondo intero, da quest’uovo venne fuori Eros, il figlio del vento”.

Un antico testo egizio racconta che il dio Ptah fece il fiato della vita per le narici dell’uomo.
L’aria era considerata “il respiro del mondo”.
Nella Bibbia, dal Libro della Genesi (Genesi 2,7), è scritto "…e l’uomo divenne un essere vivente quando Dio gli alitò nelle narici".

Il Corano, riporta racconti della creazione dell’uomo da fango, sperma e sangue e fa esplicito riferimento al “Soffio Divino” (XV, 28-29; XXXVIII, 71-72 La concezione mitologica e filosofica induista dell’anima abbraccia il Principio Individuale dell’Atman, il respiro o l’alito che è l’essenza dell’uomo.

Nella Chandogya Upanishad (III, 12 e 14) l’Atman è la percezione del Divino che si cela nell’animo umano e ne viene proclamata la sostanziale coincidenza con il Brahman, il Principio Cosmico che pervade e compenetra il mondo intero “Come il sale rende l’acqua del mare salata “.

In un mito australiano si narra che “il Creatore, modellato l’uomo dall’argilla, gli inalò il proprio soffio nel naso, nella bocca e nel ombelico”.
I Tibetani chiamano il respiro “Il vento interiore”.
In greco come in ebraico, la stessa parola designa il vento e lo spirito.
I monaci erranti del buddismo siamese praticavano tantissimi secoli fa, una respirazione intensa e circolare per raggiungere la ”Conoscenza della realtà del mondo parallelo”.

Negli antichi testi del Taoismo Cinese è menzionata la respirazione della “Ruota immortale che gira su se stessa” e vi è un esplicito riferimento al “Feto celeste” come allegoria dell’immortalità dell’anima.

Juan de la Cruz, il confessore di Santa Teresa d’Avila, affermava che la Santa, per raggiungere i suoi stati di estasi mistica, respirava in modo ininterrotto e profondo.

Leonard Orr, un ricercatore statunitense di discipline olistiche, ”riscopre” negli anni ’70, un antica respirazione proveniente dalle tecniche del Pranayama, lo Yoga del Respiro.

Questa respirazione viene “ribattezzata” Re-birthing, in inglese “Ri-nascita”, intendendo quest’ultima sia come rinnovamento e nuova scoperta di Sé, sia come capacità di rivivere eventi della propria nascita. Una forma occidentale del Prana Yoga, come la definì Babaji.

Leonard Orr
e la sua equipe intanto scoprivano che la pratica del Rebirthing favoriva il benessere psicofisico dissolvendo naturalmente le “disarmonie” accumulate fin dal concepimento nella sfera mnemonica ed emotiva.

Dice Ludwig Janus, Medico e Psicoterapeuta, nel libro "Come nasce l’Anima", ” Il Rebirthing rappresenta la riscoperta occidentale dell’antichissima pratica orientale dell’ampliamento della coscienza attraverso la respirazione circolare.
Il Rebirthing può farti riemergere – continua Janus – esperienze vissute prima, durante o subito dopo la nascita.”

Parallelamente alle scoperte di Leonard Orr, alcuni psicologi cominciano a considerare la dimensione trascendente dell’essere umano, la sua capacità di sperimentare stati di coscienza che gli consentono di oltrepassare i limiti ordinari della personalità: nasce la Psicologia Transpersonale.

“Muove i primi passi” anche la Psicologia prenatale con Gustav Hans Graber, fondatore della I.S.P.P. (Società Internazionale di Studi per la Psicologia Prenatale) e con Ronald Laing, Arnald Rachovsky, Gerhard Rottmann e Gunter Ammon che ipotizzò che lo sviluppo delle funzioni primarie presenti alla nascita dipendessero dall’ambiente vissuto a livello uterino.

In seguito, in Italia, Gino Soldera con i suoi studi e le sue ricerche, arricchisce il precedente lavoro dei colleghi Psicologi e ricercatori.

Grazie al lavoro dei rebirthers, gli operatori del Rebirthing, e all’ ampia documentazione che abbiamo raccolto in trentanni, tutti hanno compreso quanto sia condizionante il vissuto della vita prenatale sulla personalità.

Le nostre scoperte nel campo del Rebirthing hanno trovato conferma nelle ricerche scientifiche operate negli Usa dall’APPPAH (1), e in Italia dall’ ANPEP (2) e ormai fanno parte integrante della psicologia pre- e perinatale.